Presentazione

Premesse

Lo Studio dell’ambiente come disciplina nella scuola dell’obbligo ticinese nasce agli inizi degli anni ‘80, con la Riforma dei programmi della scuola elementare. Essa mira a sviluppare nell’allievo o nell’allieva “un senso di appartenenza al proprio paese, far comprendere l’evoluzione ambientale e le origini della civiltà e sensibilizzare alla tutela dell’ambiente e della salute (propria e altrui)”.

All’interno di questa cornice, il CAS si configura come un progetto di ricerca-formazione rivolto a delineare innovazione didattica e metodologica. Basato sul lavoro di un’équipe mista di geografici, storici, scienziati, filosofi, artisti sonori, psicologi, pedagogisti ed esperti nelle tecnologie educative è orientato a promuovere:

  1. la prospettiva scientifica d’indagine di un quadro epistemologico dello studio dell’ambiente attraverso la dimensione sonora;
  2. una cultura dell’ascolto in funzione della didattica dell’ambiente;
  3. l’innovazione della formazione continua grazie alla flessibilizzazione, personalizzazione, adattamento degli apprendimenti in ambiente digitale;
  4. la collaborazione internazionale tra le istituzioni coinvolte consolidando le relazioni in atto;
  5. un circolo virtuoso tra ricerca accademica, esperienze di innovazione nei contesti della formazione continua per contribuire, di conseguenza, allo sviluppo sociale delle comunità coinvolte.

Descrizione del CAS

La conoscenza dell’ambiente passa attraverso il nostro corpo: la vista ha potuto sviluppare strumenti molto raffinati per immagazzinare, manipolare e interpretare i dati che la colpiscono, l’udito invece è “in fasce” ed è ancora alle prese con strumenti e metodi da verificare. Se non ci si può esimere dal sentire (l’apparato uditivo è costantemente sollecitato anche al di là della nostra volontà) l’azione dell’ascoltare -dal latino Auscultare da Ausiula diminutivo di Ausis (orecchio) e quindi porre l’orecchio- richiede un atto consapevole e intenzionale. La consapevolezza e l’internazionalità permettono l’avvio di processi in cui le percezioni uditive vengono poste al centro.

Ogni suono, infatti, reca con sé informazioni circa lo spazio nel quale esso prende forma, può dirci qualcosa sul luogo, i suoi abitanti, le loro attività. Il suono ci parla, ci informa, ci costringe, ci persuade a pensare e sentire. Esso racconta e ci rimanda indietro nel tempo, possiede una carica evocativa. L’esperienza e i ricordi di ogni individuo sono costellati da suoni, presenti o passati. Il suono contribuisce a instaurare con il luogo un legame identitario. Esso è parte costitutiva della nostra cultura, tanto da essere riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale e componente essenziale del paesaggio. Nessun suono prodotto dall’uomo è innocente. Al contrario è denso di significato, è il risultato di un processo di design che si è sviluppato nel tempo e che dà vita a un “paesaggio sonoro”, termine che traduce l’inglese “soundscape”, un concetto introdotto dal compositore canadese Murray Schäfer (1977 e 1992). Secondo l’Autore, ogni paesaggio possiede suoni inconfondibili che lo rendono riconoscibile e significativo: “in qualche modo il mondo è un’enorme composizione musicale di cui noi siamo i compositori, possiamo migliorarla o distruggerla. Sono paesaggi sonori una composizione musicale, un programma radio o un ambiente” (Schäfer, 1977, p. 45).

Gli studi sul paesaggio sonoro chiamano in gioco diversi domini disciplinari: dalla geografia alla musica, dalla storia alle lettere alle L2, dalle arti alle scienze. Il soundscape può rappresentare infatti un luogo carico di senso per l’allievo, quotidiano e familiare, connesso alla possibilità dell’esplorazione e della scoperta del nuovo e dell’inedito, luogo di attivazione di processi cognitivi, estetici ed extra-cognitivi complessi e momento di attivazione di variegate competenze.

» Descrittivo del CAS AmAs (AMbienti in AScolto)

Struttura della formazione

Destinatari

Docenti del primo e del secondo ciclo della scuola dell’obbligo e docenti di scuola speciale.

Requisiti

Diploma di docente di scuola elementare o di scuola speciale o formazione affine. Non sono necessarie conoscenze pregresse.

Programma e obiettivi

Sono disponibili nel Piano degli studi del CAS.